Circolo Culturale Libertario Rimini

General

MARETTA! Sognare pesante

by on Set.17, 2023, under General

Domenica 24 settembre 2023
Dalle 16 alle 22.30 presso la Biblioteca Libertad, via Nigra 26, Rimini
MARETTA!
Sognare pesante
Il Circolo Culturale Libertario organizza un pomeriggio di libri, musica, libero baratto, socialità.
Libri :
Stand di Biblioteca Libertad e Not a Bookshop, presentazione di “L’invasione degli extraterroni”, fumetto, con l’autore Renald Hysi e la disegnatrice Elena Rapa.
Musica:
Live dalle 21: Worabbi.
Incursioni musicali con Bela Artrosi selecter.
Presenze:
Mai più sfruttamento stagionale, il Circolo Ticchio con mostra fotografica.
Rinfresco vegan/vegetariano/birre e vino del territorio.
Spazio libero baratto : porta il tuo usato (libri, cd, dvd, vinili, vestiti, piccoli oggetti, elettrodomestici) e scambialo con quello altrui. Niente soldi, solo baratto! Esposizione a cura dei partecipanti, munirsi di tavolino o plaid.
Ingresso libero e gratuito.
“Eppur la nostra è solo idea d amore.”
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Solidarietà alle persone colpite dalle inondazioni a Cesena e Ravenna

by on Mag.19, 2023, under General

Sosteniamo l’azione solidale delle Brigate di Solidarietà Attiva a Ravenna e della Brigata Popolare di Solidarietà di Cesena verso le persone colpite dalle inondazioni.

Il Circolo Culturale Libertario di Rimini raccoglie fondi per supportare i compagni e le compagne che si stanno attivamente adoperando in azioni di solidarietà sui loro territori.

Per contribuire:

oggi venerdì 19 maggio dalle 17 alle 19 presso la Biblioteca Libertad, via Nigra 26, Rimini

oppure contattare libertariorimini@gmail.com

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“La Rivoluzione comincia ora”. L’anarchico Pio Turroni

by on Gen.28, 2023, under General

Presentazione del libro con l’autore, Lorenzo Pezzica (Ed. Eleuthera, 2022)

Sabato 11 febbraio 2023, h. 17.30, presso la Biblioteca Libertad, via Nigra 26, Rimini.

Incontro organizzato da Circolo Culturale Libertario, Rimini

 

Pio Turroni (1906-1982) per tutta la vita lavora come muratore. È un uomo semplice, un autodidatta, ma la sua non è affatto una storia semplice. Schedato a sedici anni come sovversivo, diventa ben presto uno dei più importanti (e sorvegliati) anarchici italiani, intimo amico di militanti internazionalmente noti come l’ucraino Nestor Machno, quando è ormai esule in Francia, o come l’italiano Camillo Berneri, di cui è il più stretto collaboratore quando nel 1937 gli stalinisti lo ammazzano a Barcellona. Combatte, e non in senso metaforico, il nazifascismo, il franchismo e lo stalinismo, anche se sono le democrazie a mandarlo ripetutamente in galera. Collabora con Garosci, Lussu, Valiani e molti altri «fuoriusciti» antifascisti, con i quali scappa fortunosamente da Marsiglia allo scoppio della seconda guerra mondiale. E tenta, con altri anarchici italiani e spagnoli, di far fuori Mussolini per ben tre volte. Senza riuscirci, ma senza smettere un solo istante di combattere il fascismo in qualsiasi parte del mondo si trovi. Uomo d’azione e non di lettere, nondimeno fonda giornali e case editrici. Ecco, questo è stato Pio Turroni, mani callose, passione anarchica.

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Incontro con il Collettivo Malamente

by on Dic.10, 2022, under General

Sabato 17 dicembre alle 17.30 presso la Biblioteca Libertad, via Nigra 26 Rimini, ospiteremo il Collettivo Malamente, che presenterà il nuovo numero della rivista e le ultime proposte delle Edizioni Malamente ( https://edizionimalamente.it) :
Qui siamo in guerra“, testimonianze e scritti su anarchia, antifascismo e femminismo in Ucraina, Russia e Bielorussia;
Mutuo appoggio. Costruire solidarietà durante questa crisi (e la prossima)”, di Dean Spade.
Ingresso libero e gratuito
Info: Circolo Culturale Libertario, libertariorimini@gmail.com
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Non è il momento dei distinguo

by on Mag.18, 2022, under Antimilitarismo, General

Quello che è successo a Rimini nei giorni scorsi non è un caso; non c’è bisogno di denunce formali per capire che cosa ha rappresentato l’invasione degli alpini: l’ espressione della cultura patriarcale maschilista e sessista. Non sono pochi infiltrati, non sono poche mele marce: la cultura militare è questo.
Non è il momento dei distinguo.
Il dominio patriarcale dà una ben determinata visione dell’uomo, della donna e dei loro corpi: l’uomo forte e macho, protettore/liberatore/aggressore che sente il diritto ed il potere di giudicare, toccare, sbeffeggiare, difendere o violare il corpo della donna. La donna intesa ancora come debole e sottomessa, indifesa/riproduttrice/vittima. Anche se i ruoli di genere tradizionali stanno subendo una picconata dopo l’altra, il corpo della donna è ancora legato all’iconografia patriottarda che lo vede come corpo che deve essere a tutti i costi difeso o violato.
A questo proposito si vedano alcuni aberranti commenti alle segnalazioni di Non Una di Meno Rimini, Pride Off e Casa Madiba, a cui va tutta la nostra solidarietà.
In ogni conflitto bellico il corpo diventa il confine biopolitico cruciale, lo vediamo anche ora in Ucraina. Il maschio sferra il proprio attacco sul corpo della donna. La violenza sessuale sulle donne è usata come arma e strategia di guerra alimentando la sottomissione e la paura del nemico così come le gerarchie di genere. Lo sfruttamento e violazione del corpo della donna è un vero un strumento per raggiungere l’affermazione militare e quindi un vero e proprio terreno di dominio militare.
Dall’altra parte della barricata, la propaganda bellica nazionale fa della violazione del corpo femminile un oltraggio al nucleo più intimo e stabile della nazione, la famiglia, e quindi una vera e propria onta per tutta la patria. Sta allo stato, attraverso l’uomo soldato, ristabilire la sicurezza violata, in modo da poter rivendicare/rinnovare il modello di famiglia patriarcale in cui la guida è l’uomo che deve dominare e proteggere la donna. Nella dialettica patriarcale e militare, l’uomo ha sia il potere ed il diritto di aggredire, cosi come quello di salvare. La incoerente dualità del potere patriarcale-militare vede il soldato come un giustificato aggressore di corpi di donne da violare e dominare in territori nemici, e al tempo stesso, stimato protettore delle rappresentanze “più deboli” della famiglia a e della società in patria.
La cultura dello stupro e la sua propaganda non servono solo nei territori in guerra: anche qui, in Europa, il corpo della donna diventa strumento per la legittimazione di politiche securitarie ed imperialiste, di cui l’esercito non è che il braccio armato; ciò che viene spacciato per protezione si traduce nelle strade in criminalizzazione e repressione di tutte quelle individualità e quei gruppi che non si omologano e non alimentano le gerarchie di genere tradizionali. Queste individualità sono spesso considerat* dai regimi democratici troppo fuori dallo schema patriarcale perché non in linea con le gerarchie di genere e di conseguenza destabilizzano stabili ed antiche dinamiche di potere difficili da abbandonare.
La mentalità militare non è solo una questione di genere ma quintessenza del regime patriarcale; si fonda sull’intimo legame tra potere, violenza e superiorità fisica, sul disprezzo della debolezza e culto della forza, ma soprattutto sul rispetto della gerarchia e sulla cieca obbedienza agli ordini, in una parola sul dominio. La donna deve accettare la sottomissione perché è una caratteristica intrinseca del militarismo e della gerarchia di genere.
Nella lotta per sradicare la cultura patriarcale crediamo sia necessario assumere l’antimilitarismo come valore cardine, stimolare il dibattito e programmare un’azione politica che tenga conto di questo legame.
Essere antimilitarista significa schierarsi contro ogni forma gerarchica e di dominio, significa scardinare l’immagine che la società ha della donna, significa rivendicare l’auto-determinazione e la costruzione di un mondo basato su altri sistemi possibili, che non prevedano la sopraffazione ma l’orizzontalità, il riconoscimento dell’altr*, sicuramente non fondati su una presunta identità nazionale ma sull’uguaglianza nella libertà e sullo smantellamento della superiorità di gerarchica e di genere.
Spezzare le catene patriarcali vuol dire infrangere e rifiutare le istituzioni totalitarie, a partire dagli eserciti, da tutte le “forze di sicurezza” e dalle loro prigioni, per gettare le basi di un mondo inclusivo da condividere assieme senza gerarchie, senza dogmi e senza confini.
Le compagne e i compagni del Circolo Culturale Libertario di Rimini
(grazie a Cristina, Umanità Nova 10/03/2019)
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Solidarietà a Lia Celi, a Non Una Di Meno

by on Mag.09, 2022, under Antimilitarismo, General

Le compagne e i compagni del Circolo Culturale Libertario di Rimini esprimono con la presente tutta la loro solidarietà a Lia Celi, a Non Una Di Meno e a quante e quanti sono in questo momento vittime del clima di odio e intolleranza che ogni manifestazione militarista, come sempre e una volta di più, genera. Nessuna critica, nessuna voce di dissenso all’adunata degli alpini sembra possa levarsi senza suscitare il rancore rabbioso di parte della città, alla faccia della pacifica convivenza democratica tanto decantata. Di questo clima, politicamente ed in coscienza, qualcuno ne risponderà, appena terminerà il rumore dei registratori di cassa così come il testosterone che ora in tanti si sentono autorizzati a vomitare.
Circolo Culturale Libertario Rimini
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SOSTIENI LA BIBLIOTECA F. SERANTINI

by on Mag.08, 2022, under General

SOSTIENI LA BIBLIOTECA F. SERANTINI!!
Potrebbe essere un'immagine raffigurante una o più persone e il seguente testo "1972-2022 cinquant'anni senza giustizia Firma per il 5xmille Associazione amici della Biblioteca Franco Serantini cinquant'anni di memoria resistente Sostieni la cultura e la memoria, non ti costa nulla. Pensaci!"
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Rimini, 25 aprile 2022

by on Apr.28, 2022, under General

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Chi siamo

by on Apr.03, 2022, under General

Il Circolo Culturale Libertario di Rimini è costituito da un gruppo di persone che gestiscono iniziative in modo collettivo e autogestito, riconoscendosi nell’anticapitalismo, anti-sessismo, antirazzismo, antifascismo, per la costruzione di una società libertaria e antiautoritaria, dove non vi sia nessun dominio o sfruttamento dell’uomo sull’uomo e sull’ambiente, un mondo dove tutti e tutte possano vivere liberamente senza padroni e senza confini.

Il Circolo Culturale Libertario è lontano da ogni partito politico, perché riteniamo che la risoluzione dei nostri problemi e la realizzazione dei nostri sogni e desideri non possono essere delegati ad altri.

Riteniamo che ogni singola persona possa iniziare a demolire quel potere, quell’autorità e quella gerarchia che perpetuano sfruttamento, violenza e ingiustizia e che sono presenti in ogni attimo della nostra vita, a casa come in strada, in famiglia come nel quartiere.

Come anarchici e libertari, abbiamo deciso di costruire un luogo dove poter discutere ed organizzarsi per un mondo di libertà, solidarietà, uguaglianza e felicità.

Il Circolo Culturale Libertario di Rimini intende promuovere discussione, ricerca e diffusione del pensiero libertario in senso ampio, dal suo passato al presente, alle sue potenzialità future, riconoscendoci nei principi del mutuo appoggio tra le persone, del processo decisionale orizzontale, dell’autogestione, dell’impegno per la libertà e l’opposizione all’autoritarismo di qualsiasi tipo.

Per fare questo, il nostro Circolo intende costruire una rete di individui e collettivi con i quali collaborare congiuntamente.

Obiettivi:
Studio e divulgazione del pensiero libertario internazionale, delle sue lotte, anche identificando pratiche libertarie quotidiane (passate e presenti) che sono informali o spontanee e spesso invisibili a gran parte della popolazione.
Promozione della ricerca su idee e progetti collettivi di natura libertaria. Il Circolo vuole essere uno spazio di ricerca che contribuisca alla promozione di idee libertarie, che allarghi lo spettro dei futuri possibili intesi come realizzabili sulla base della situazione materiale di ogni contesto, gradualmente ed attraverso azioni che possono essere assunte dai cittadini in maniera privata o collettiva, ponendo fine alla “naturale” affermazione degli attuali sistemi di oppressione. Un luogo per la costruzione di una ricerca antiautoritaria, demercificante basata sul mutuo appoggio, che fornisce strumenti e riflessioni per il cambiamento sociale.
Realizzazione di campagne di comunicazione per la diffusione di idee e progetti libertari. Altri mondi sono possibili ma, per raggiungerli, sono indispensabili altri punti di vista ed un’altra comunicazione.
Attività, secondo i mezzi, le risorse e la disponibilità:
Gestione, promozione e ampliamento della Biblioteca Albert Libertad di Rimini.
Collaborazione con ricercatori e gruppi di ricerca (di qualsiasi parte d’Italia e del mondo) che stanno lavorando su questioni (e da prospettive) che si collegano, totalmente o parzialmente, con la visione del Circolo.
Organizzazione di corsi e cicli di convegni – in un’ottica libertaria – su memoria storica, movimento dei lavoratori, autogestione ed autonomia, antimilitarismo, trans-femminismo, ambientalismo, anti-specismo e altre lotte contemporanee.
Promozione a tale scopo di proiezioni di documentari, presentazioni di libri, mostre e seminari.
La comunicazione del Circolo avverrà anche attraverso web e social networks per rendere la stessa più immediata. Saranno anche predisposte e diffuse pubblicazioni inerenti iniziative di particolare interesse.
Saranno inoltre organizzate sessioni di cinema, teatro, musica, poesia, escursioni, cene e feste di solidarietà.
La vocazione del Circolo è quella culturale: intende offrire un luogo soprattutto di confronto e sperimentazione lasciando a chi lo frequenta gli spazi teorici e relazionali per poi mettere in campo autonomamente pensieri ed azioni di cambiamento radicale dell’esistente.
Ringraziamenti per aver ispirato questo documento: Ateneo Libertario Milano, Ateneo Libertario di Napoli, Ateneo Libertario Guillermina Rojas di Siviglia, Ateneo Libertario Al Margen – Valencia, Circolo Libertario E. Zapata di Pordenone.

Contatti:

Mail: libertariorimini@gmail.com

Facebook: https://www.facebook.com/bibliolibertad/

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